A proposito della crisi nel Donbass. Una lezione di geografia e di storia.

Molti amici e conoscenti italiani mi chiedono di spiegare la situazione attorno alla crisi in Ucraina. Ho preparato un breve riassunto della situazione con l’ausilio delle cartine geografiche e grazie all’idea e al supporto dei miei ragazzi ho anche realizzato un video con le spiegazioni (il link è più in basso).

La cartina geografica della Russia

Dunque, cominciamo con la Russia.
La superficie della Federazione Russa è di 17,1 milioni di km2. La Russia è il paese più grande del mondo in termini di superficie, occupando 1/8 della massa terrestre; si trova nel continente l’Eurasia, ha 9 fusi orari, occupa quasi la metà dell’Europa e un terzo dell’Asia: in sostanza, un terzo del proprio continente. L’area della Federazione Russa è approssimativamente uguale all’area di tutto il Sud America. Nel 2021, la popolazione della Russia era di 146.748.643 persone. La Russia è il 9° paese più popoloso del mondo. Ci sono 85 entità federali di vario livello di autonomia, tra cui 22 Repubbliche federali con la propria Costituzione, 9 territori, 46 province, 4 entità autonomi.

DONBASS – Una mappa dei punti della linea di contatto tra Ucraina e Repubbliche del Donbass dove questi giorni ci sono stati scambi di artiglieria.


Facciamo il punto di situazione e
passiamo all’Ucraina.
Nel febbraio 2014 in Ucraina fu eseguito un colpo di stato armato a cura dei gruppi ultra radicali nazionalisti di estrema destra con il sostegno della Comunità Europea e gli USA. Il governo insediato decide di seguire la direzione europeista, pur onorando come eroi nazionali i collaboranti ucraini nazisti dell’epoca della Seconda Guerra mondiale (in Europa la propaganda di nazifascismo è vietata per legge, nota redazione) , vieta per legge l’uso della lingua russa con la pena fino a 5 anni di carcere. La Repubblica autonoma di Crimea e le 2 province russofone di Donetsk e Lugansk, popolate dai cittadini di etnia russa, si oppongono al nuovo governo insediato, chiedendo la federazione e ricevendo il rifiuto. Il Parlamento della Crimea proclama l’indipendenza dall’Ucraina e con il successivo voto referendario l’unione con la Russia.

E VAI CON LE CARTINE – Dopo decine di cartine che illustravano i piani russi per invadere l’Ucraina, ecco una cartina (fornita dai servizi di intelligence della Repubblica di Donetsk) con il piano ucraino per invadere il Donbass. Secondo le stesse fonti, l’obiettivo è cacciare la popolazione russofona e arrivare al confine con la Russia entro 5 giorni.


Donbass è un bacino minerario composto geograficamente da tre province : di Donetsk e di Lugansk ucraino e di Rostov russo.
Nella regione del Donbass ucraino la situazione si sviluppò in modo diverso dalla Crimea. Il 13 aprile 2014 dal governo ad interim di Kiev viene firmato un decreto di inizio dell’operazione militare contro le due province russofone e mandato l’esercito regolare ed i battaglioni punitivi privati ai quale si oppose la popolazione locale. L’11 e il 12 maggio 2014 nelle due province di Donetsk e di Lugansk si svolge il referendum popolare indipendentista e vengono proclamare le due Repubbliche Popolari di Donetsk e di Lugansk che occupano ⅓ delle proprie province secondo i confini amministrative.
Se dovessimo fare un paragone prendendo l’esempio italiano, direi di guardare alla provincia di Alto Adige, a statuto speciale in considerazione di specifiche ragioni storiche e geografiche, alla quale il governo italiano garantisce particolari forme di autonomia, visto che i ⅔ di popolazione sono di madrelingua tedesca e non li bombarda soltanto perché vogliono parlare oltre che in italiano anche in tedesco.
Il 26 maggio 2014 gli aerei ucraini iniziano i bombardamenti di Donetsk e il 2 giugno della città di Lugansk.

USA ED EUROPA – Nella cartina, l’ incremento della presenza militare Usa in Europa a partire da gennaio 2022


Al giorno d’oggi la guerra nel Donbass prosegue ormai per l’ottavo anno. L’Ucraina da subito ha tagliato alla popolazione del Donbass i mezzi di comunicazione, chiusi le banche, uffici amministrativi e pubblici, sospeso i pagamenti degli stipendi e delle pensioni, la fornitura dei viveri, dei medicinali, bloccato la fornitura del gas, ha sospeso il rilascio e il rinnovo dei documenti di vario tipo. In aiuto all’etnia russa viene la Federazione Russa aprendo la propria fornitura del gas, mandando più di cento volte i camion coll’aiuto umanitario dei viveri e delle medicine, dando dei sussidi economici ai pensionati e le famiglie con i bambini e la possibilità di ricevere i documenti validi.
L’isteria mediatica occidentale da mesi ha decretato che Putin intende invadere l’Ucraina. Ma per quale motivo dovrebbe farlo, nessuno ce lo sa dire. Oggi la situazione si sta ampliando con i bombardamenti quotidiani, occupazioni di villaggi da parte dell’esercito regolare ucraino oltre la linea di demarcazione stabilita negli accordi di Minsk, ed è palese che si stia cercando di provocare un conflitto armato, incolpando la Russia per questo e stabilire come sanzione la chiusura del secondo ramo del gasdotto di fornitura diretta del gas russo in Europa. Pensiamo alla decisione della Comunità europea di attenersi ai prezzi di mercato con la Russia (attualmente a più di mille euro a barile), piuttosto di stipulare il contratto a lungo termine come il governo di Ungheria per 15 anni a €270. L’aumento delle bollette dei cittadini europei lo paghiamo noi. E, forse, ci sarà proposto/imposto di comprare il gas liquefatto americano?


Tornando alla situazione nel Donbass si può dire che mai, come in questi giorni, la situazione in loco è stata così drammatica ed esplosiva. La Missione OSCE solo nella giornata del 18 febbraio 2022 ha registrato più di 500 colpi di artiglieria da parte ucraina verso le zone limitrofe delle Repubbliche. L’Ucraina attualmente sta cercando di aumentare la pressione e di coinvolgere il maggior numero possibile di paesi NATO nel conflitto, perciò quello che sta accadendo nel Donbass è diventata, ormai, una questione di geopolitica internazionale. In questo momento i 3/4 dell’esercito ucraino sono concentrati nel Donbass, quando le esercitazioni congiunte russe e bielorusse, annunciate preventivamente da tempo, si eseguono da un’altra parte del confine con l’Ucraina e la Bielorussia. Come si sa dai documenti ufficiali, dal 2014 al 2021 i paesi occidentali hanno fornito all’Ucraina munizioni e armamenti per un valore di 2,5 miliardi di dollari, comprese armi letali. Su richiesta dell’attuale presidente ucraino Zelenskij fatta alla NATO, continuano ad entrare nel Paese, anche dagli Stati Uniti, tonnellate di armamenti. Il tutto è in violazione palese degli accordi di Minsk. Il presidente statunitense Biden ha annunciato il trasferimento di altre forze armate statunitensi nell’Europa orientale e nei paesi della NATO. Gli Stati Uniti hanno anche consentito ai paesi baltici di fornire l’assistenza militare all’Ucraina trasferendo armi di fabbricazione americana. L’UE chiede l’introduzione preventiva di sanzioni anti-russe, sulla base di una invasione che non c’è.

La cartina del mondo


Passiamo alla cartina del mondo. Dove si trova la Russia e dov’è si trovano gli USA? Su due continenti diversi. Cosa ci fanno allora le basi militari americani attorno al confine russo in Polonia, Ungheria, Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania? Solo in Italia, a proposito, sono dislocate 113 basi militari statunitensi. I paesi della NATO avrebbero voluto mettere una propria base militare anche in Ucraina, ma le due province orientali del Donbass sono in netta opposizione alle intenzioni dell’attuale governo ucraino. Il territorio dell’Ucraina verrà, dunque, usato degli USA come la zona di lancio contro la Russia e la popolazione ucraina, nella interna guerra fratricida, come carne da macello. Infatti, il presidente russo Putin dichiarò all’incontro con il cancelliere tedesco Scholz il 15 febbraio che “ciò che sta accadendo oggi nel Donbass è un genocidio” , e, commentando la situazione intorno all’Ucraina, Putin ha anche ricordato il conflitto in Jugoslavia e l’operazione NATO condotta nel 1999 senza il consenso del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Di conseguenza, nel vedere crescere il conflitto attorno al Donbass, il Parlamento russo ha approvato il 15 febbraio 2022 una mozione di progetto del riconoscimento delle due Repubbliche Popolari di Donetsk e di Lugansk come stati indipendenti e l’ha inviato a firma del presidente. Domani è un altro giorno che ci porta la risoluzione.

Ps. Visto che la comunità internazionale continua a dichiarare che la Russia sta per attaccare l’ Ucraina a giorni, sorge spontanea la domanda: contro chi dunque l’Ucraina avrebbe combattuto a partire dal 2014 a Donbass?

2 commenti

  1. ENZO ha detto:

    L’America è un pericolo . Forza Russia

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