Parere di un esperto. 12.

Marco Pata, Avvocato, esperto in Diritto Civile, Diritto Amministrativo, contrattualistica internazionale, è specializzato in diritto dell’Edilizia e dei diritti Reali immobiliari, diritto Amministrativo, diritto degli Appalti pubblici e privati, diritto delle Assicurazioni (in particolare Malpratica medica), diritto dei Consumatori e Bancario, diritto di Famiglia, diritto delle Successioni, diritto delle Società, diritto Privato Internazionale.

-Marco, nei giorni dal 23 al 27 settembre 2022 Lei ha avuto modo di partecipare al referendum sull’adesione alla Federazione Russa di quattro territori. Cosa ha certificato come l’osservatore internazionale e se ha subito le pressioni da parte delle autorità russe, come hanno paraventato alcuni media italiani?

In uno dei seggi di Lugansk

-Dal mio punto di vista personale e professionale, posso dire che l’esperienza a cui ho partecipato in
occasione dei referendum tenutisi nelle due Repubbliche del Donbass. E nelle regioni di Kherson e
Zhaparozhje è stata veramente straordinaria. L’organizzazione logistica e della sicurezza da parte
delle autorità ospitanti è stata veramente imponente e tutto sommato piuttosto efficiente,
considerando le enormi difficoltà dovute alla necessità di coordinare gli spostamenti di decine di
gruppi composti da centinaia di Osservatori. Gli accompagnatori civili che ci hanno affiancato in
qualità di guide nelle diverse regioni erano tutti ragazzi giovanissimi, simpatici, molto disponibili e
preparati. Il livello di qualità media degli Osservatori stranieri era in generale molto elevato, si
trattava di giornalisti, professori universitari, giuristi e professionisti di vario genere provenienti a
centinaia da tutto il mondo, tutti ben preparati e consapevoli della situazione storica e geopolitica in
cui si trovavano ad operare.
Ho avuto proprio la sensazione che il mondo intero stesse osservando questo evento storico e che
fosse in gran parte nettamente a fianco della Russia nell’appoggiare le sue istanze contrarie ad ogni
forma di colonialismo ed imperialismo.
In generale, abbiamo avuto il privilegio di assistere ad una sincera espressione della volontà
popolare e francamente, al di là delle menzogne ripetute all’infinito da parte dei media ufficiali
italiani, già dopo aver scambiato alcune idee con pochi ordinari cittadini abitanti nelle regioni
promotrici dei referendum, non potevano esserci dubbi di sorta circa il loro futuro esito.
Abbiamo assistito a scene umanamente molto toccanti e commoventi di spontanea felicità ed
orgoglio manifestati da cittadini che, in lacrime, inserivano il loro voto nelle urne ben felici del fatto
che finalmente la Federazione Russa avesse dato loro la possibilità di accoglierli al suo interno, così
come di persone che orgogliosamente e con aria di aperta sfida mostravano (in modo sicuramente
poco ortodosso rispetto all’esigenza della segretezza del voto) la loro scheda elettorale con la
casella “da” segnata, con un atteggiamento alla fine comprensibile, dopo anni di discriminazione e
repressione fisica e culturale da parte delle autorità di Kiev.
In alcuni seggi elettorali, situati in zone non a rischio, abbiamo potuto vedere coi nostri occhi
l’evento del referendum trasformarsi in una vera e propria occasione sociale di festa e giubilo, con
musica e canti patriottici all’esterno dei seggi.
Non ho mai avuto la sensazione che i cittadini subissero alcuna pressione da parte dei militari o
delle autorità amministrative locali e men che meno ne abbiamo subito noi, gli scambi di idee ed
informazioni sono sempre avvenuti in un clima di massima cordialità e collaborazione. L’unica
presenza militare o di polizia rilevata si trovava semplicemente all’esterno dei seggi per puri motivi
di sicurezza, dato che si rincorrevano quotidianamente le notizie di gruppi di sabotatori ucraini
infiltratisi allo scopo di commettere omicidi mirati o attentati, che spesso venivano catturati, ma che
a volte riuscivano a portare a termine il loro compito, dato che abbiamo avuto notizia di circa 20
persone delle amministrazioni locali ed elettorali colpite da azioni di rappresaglia avvenute
contestualmente alle votazioni.
Nel complesso è stata un’esperienza molto positiva ed istruttiva, che mi ha dato la possibilità di
conoscere persone eccezionali, e che mi ha regalato sensazioni forti di quelle che segnano la vita di
una persona per sempre.